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Scopo dell' associazione è quello di sensibilizzare i cittadini, le istituzioni, sull' immensa ricchezza architettonica che Trieste sta dilapidando sotto l'asfalto o che sta stoltamente e irrimedialmente perdendo a causa di lavori affrettati ed eseguiti senza scrupoli o con clausole negli appalti che sono andate contro il patrimonio pubblico ed il senso estetico e storico della città. Non sappiamo se, rispetto alle altre città della penisola italiana, siano queste le regole di comportamento delle varie amministrazioni comunali ma, secondo le nostre informazioni, la città di Trieste è in controtendenza: abbiamo il sospetto, visto anche le recenti opere di sistemazione di piazze e vie, che si voglia liquidare la città “absburgica”, dimenticando che la stessa era stata costruita, in gran parte, da maestranze, direzioni tecniche ed amministrative di nazionalità italiana. E’ inammissibile che le amministrazioni comunali, nei contratti d’appalto, lascino totale libertà alle imprese di asportare ampi tratti del lastricato ottocentesco e di rivenderlo ai privati o, in caso di guasti sotterranei, di distruggere con ruspe e benne le singole lastre, ricoprendo poi i buchi con uno strato di asfalto.
Manca, e questa è una cosa più che urgente, una mappatura completa di questo tipo di lastricato, che giace sotto il manto stradale. Noi ci siamo offerti di farla. Manca inoltre, in questo ed anche in altri casi, una sensibilità storica, diremmo quasi sentimentale, da parte degli amministratori (politici), tecnici (ingegneri ed architetti) nella salvaguardia di tutti gli aspetti architettonici della città, che ha trovato nel ‘700 e nell’800 il suo sviluppo maggiore. Sia nel caso di una rimozione di queste pietre, sia nel caso di un loro riposizionamento, dovrebbe essere necessario da parte degli amministratori accertarsi che le ditte vincitrici dell’appalto siano costrette ad impiegare operai specializzati nel settore. Se Venezia viene ad essere un “simbolo urbanistico” dei primi secoli del passato millennio Trieste ne è l’esatta continuazione in terraferma. I nostri contatti con le autorità cittadine finora non hanno avuto l’esito sperato e la devastazione di lastricati, cordoli e quant’altro continua
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